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Asimov Isaac - La Fine Dell'Eternita La Fine Dell'Eternita

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Наталья222018-11-27
Сюжет захватывающий. Все-таки читать кни
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La Fine Dell'Eternita - Asimov Isaac - Страница 33


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Forse non sospettavano che lui aveva scoperto la verita; forse non sospettavano che lui sapeva chi aveva catturato Noys. Non potevano saperlo, a meno che Finge non avesse riferito loro del suo ultimo incontro con Harlan. Alla luce del giorno, pero, Harlan era ancora piu convinto del fatto che un uomo come Finge non avrebbe dato alcuna pubblicita al suo incontro con Harlan… un incontro durante il quale era stato umiliato e insultato da un Tecnico.

Harlan penso che, per il momento, doveva conservare quel possibile vantaggio; che fossero loro a compiere la prima mossa, che fossero loro a pronunciare la prima frase che avrebbe aperto le ostilita.

Apparentemente, non avevano alcuna fretta. Lo osservavano con aria tranquilla, continuando a consumare una colazione molto semplice, come se lui fosse stato un esemplare raro, tenuto prigioniero da un campo di forza, interessante e innocuo. Preso dalla disperazione, Harlan li studio a sua volta.

Li conosceva tutti di reputazione, e grazie alle immagini tridimensionali trasmesse nei filmati di orientamento mensili. Quei filmati servivano a coordinare le attivita di tutte le Sezioni dell'Eternita, e tutti coloro che avevano un grado da Osservatore in su avevano l'obbligo di seguirli.

August Sennor attiro subito l'attenzione di Harlan, per ovvi motivi: era completamente calvo (non aveva neppure le ciglia e le sopracciglia), e questo gli dava un aspetto strano… quegli occhi neri e fissi che guardavano da un volto privo di ciglia, quel cranio glabro, gli davano un aspetto molto piu singolare, visto da vicino, di quanto non fosse sembrato nei filmati tridimensionali. Un altro motivo dell'interesse di Harlan fu il ricordo dei suoi frequenti scontri con Twissell, delle dispute ideologiche che avevano diviso quei due grandi Eterni. Infine, Sennor non si limito a osservarlo, come tutti gli altri, ma gli rivolse una serie di domande… domande pronunciate con voce secca, sicura, imperiosa.

Per la maggior parte, si trattava di domande alle quali Harlan non poteva rispondere, come: «Come mai vi siete interessato alla storia del Primitivo, giovanotto?», oppure «E uno studio che ricompensa le vostre fatiche, giovanotto?»

Finalmente, Sennor tacque, spinse il piatto vuoto che aveva davanti verso l'apertura del condotto dei rifiuti, e intreccio le grosse dita davanti a se. (Harlan noto che anche le dita erano completamente glabre).

«C'e una cosa che ho sempre desiderato sapere,» disse allora Sennor, dopo la breve pausa. «Forse voi potete aiutarmi.»

Harlan penso, Bene, ora ci siamo.

«Se mi sara possibile, signore,» disse a voce alta.

«Alcuni, tra noi Eterni… non tutti, e neppure abbastanza, devo dire,» (e cosi dicendo lancio un'occhiata a Twissell), «Ma comunque alcuni… si interessano alla filosofia del Tempo. Forse voi sapete che cosa intendo dire.»

«I paradossi dei viaggi nel Tempo, signore?»

«Be', se volete usare una definizione un po' melodrammatica, e cosi. Ma non e tutto, naturalmente. Esiste il problema della vera natura della Realta, il problema della conservazione della massa e dell'energia durante i Mutamenti di Realta, e cosi via. Ora noi Eterni siamo influenzati dalla nostra conoscenza diretta dei problemi del viaggio nel Tempo, e quindi le nostre vedute su questi problemi sono per forza di cose preconcette, in certi casi. Gli abitanti del Primitivo, che voi conoscete cosi bene, non conoscevano pero nulla sul viaggio nel Tempo. Quali erano le loro opinioni su questi argomenti?»

Twissell aveva bisbigliato qualcosa, durante le parole di Sennor. In quel momento, la sua voce giunse chiaramente a tutti coloro che partecipavano alla riunione:

«Sciocchezze!»

Sennor ignoro l'interruzione. Continuo a fissare Harlan, e disse:

«Volete rispondere alla mia domanda, Tecnico?»

«I Primitivi in pratica non pensavano ai viaggi nel tempo, Calcolatore.»

«Non li consideravano possibili, vero?»

«Credo sia proprio cosi.»

«Non facevano neppure delle ipotesi?»

«Be', questo no,» disse Harlan, incerto. «Mi sembra che ci fossero diverse ipotesi, in certi tipi di letteratura di origine popolare. Non conosco molto bene queste opere, ma credo che uno dei temi piu ricorrenti fosse quello dell'uomo che tornava indietro nel tempo per uccidere suo nonno quando questi era bambino.»

Sennor parve sinceramente compiaciuto per questa risposta.

«Splendido! Splendido! Dopotutto, questa e per lo meno un'espressione del paradosso fondamentale del Viaggio nel Tempo, se dovessimo presumere l'esistenza di una Realta fissa, no? E immagino che i vostri Primitivi non abbiano mai pensato alla Realta se non come a qualcosa di fisso e immutabile, vero?»

Harlan esito prima di rispondere. Non capiva quali fossero gli obiettivi di Sennor, e le ragioni di quella conversazione gli erano oscure, e l'incertezza aveva il potere di innervosirlo. Poi rispose, lentamente:

«Le mie conoscenze in questo campo non sono sufficienti a darvi una risposta sicura, signore. Credo pero che ci fossero diverse speculazioni sull'esistenza di sentieri alternati del tempo, e di diversi piani di esistenza. Non ne sono sicuro, pero.»

Sennor strinse per un momento le labbra.

«Sicuramente vi sbagliate. Probabilmente siete stato sviato dalla vostra conoscenza; avete interpretato le numerose ambiguita nelle quali vi siete imbattuto alla luce di quello che gia sapete. No, senza una vera e propria esperienza di viaggio nel Tempo, le complicazioni filosofiche della Realta sarebbero sicuramente al di la delle possibilita di comprensione della mente umana. Per esempio, per quale motivo la Realta possiede una propria inerzia? Tutti lo sappiamo, questo. Ogni alterazione del suo corso deve raggiungere una certa grandezza, prima che un Mutamento, un vero Mutamento, venga effettuato. E anche in questo caso, la Realta tende sempre a riprendere il suo corso, rifluendo nella posizione d'origine.

«Per esempio, supponiamo che si verifichi un Mutamento qui, nel 575°. La Realta comincera a cambiare con effetti crescenti fino al 600°. Cambiera, ma con effetti sempre minori, fino al 650° circa. Dopo il 650°, la Realta rimarra immutata. Noi tutti sappiamo che e cosi, ma possiamo dire di saperne il motivo? Un ragionamento intuitivo tenderebbe a suggerirci il contrario… e cioe che qualsiasi Mutamento di Realta dovrebbe aumentare i suoi effetti senza limiti con il passare dei Secoli, producendo il massimo effetto alla massima distanza, per l'accumularsi degli effetti laterali; e invece non e cosi.

«Consideriamo un altro punto significativo. Il Tecnico Harlan, a quanto mi si dice, e abilissimo nella scelta dell'esatto Minimo Mutamento Necessario in qualsiasi situazione. Scommetto che egli non e in grado di spiegarci in quale modo arriva a compiere una determinata scelta.

«Considerate quanto dovevano essere impotenti i Primitivi. Si preoccupavano della possibilita che un uomo uccidesse suo nonno, perche non comprendevano la verita sulla Realta, prendiamo un caso piu probabile, e piu facile da analizzare, e consideriamo l'uomo che durante i suoi viaggi nel tempo incontra se stesso…»

Harlan domando, bruscamente:

«Che cosa c'entra un uomo che incontra se stesso?»

Il fatto che Harlan avesse interrotto un Calcolatore era gia inaudito, e il tono di voce di Harlan aveva reso addirittura scandalosa quella mancanza di disciplina; tutti gli occhi si volsero a fissare il Tecnico, con espressione di rimprovero.

Sennor socchiuse gli occhi, ma continuo a parlare nel tono determinato di chi vuole comportarsi in maniera civile ed educata, malgrado delle difficolta quasi insuperabili. Disse, proseguendo la frase interrotta, evitando cosi di dare l'impressione di rispondere all'incivile domanda che gli era stata rivolta:

«…e alle quattro suddivisioni in cui si puo classificare questo atto. Chiamiamo l'uomo piu giovane , e cioe piu indietro nel fisiotempo, A, e quello piu vecchio , o piu avanti, B. Nella prima suddivisione, A e B non possono vedersi, ne fare qualcosa che possa influire in maniera significativa nel rapporto reciproco. Essi occupano lo stesso Tempo, ma non lo stesso spazio, e in questo caso non si sono veramente incontrati, e il caso e privo di significato.

«Puo darsi invece che B veda A senza che A veda B. Anche in questo caso, non dobbiamo aspettarci nessuna conseguenza seria. B, vedendo A, lo vede in una posizione e impegnato in un'attivita delle quali e gia a conoscenza. Non c'e niente di nuovo.

«La terza e la quarta possibilita sono che A veda B, mentre B non puo vedere A, e che A e B si vedano contemporaneamente. In entrambe le possibilita, l'elemento piu grave e il fatto che A abbia visto B; l'uomo a uno stadio precedente della propria esistenza fisiologica vede se stesso in uno stadio successivo. Per prima cosa, egli apprende che sara ancora vivo all'eta apparente di B. Sa che vivra abbastanza a lungo da compiere L'azione della quale e stato testimone. Ora un uomo, conoscendo il proprio futuro anche nel piu trascurabile dei particolari, puo agire in base a questa sua conoscenza, e di conseguenza cambiare il futuro. Ne consegue che la Realta deve essere cambiata per non permettere ad A e B di incontrarsi, o, per lo meno, per impedire ad A di vedere B. Allora, poiche non e possibile scoprire nulla di una Realta che e stata resa Irreale, A non ha mai incontrato B. In maniera analoga, in ogni apparente paradosso del tempo, la Realta cambia invariabilmente per evitare il paradosso, e noi giungiamo alla conclusione piu semplice, e cioe che non esiste alcun paradosso nel viaggio nel Tempo, e che non possono esisterne.»

Sennor parve molto compiaciuto di se stesso e della sua esposizione, ma Twissell approfitto della pausa per alzarsi in piedi.

«Temo, signori, che il tempo stringa,» disse Twissell.

La colazione termino molto piu rapidamente di quanto Harlan avesse ritenuto possibile. Cinque membri della sottocommissione uscirono, passando davanti ad Harlan, rivolgendogli un breve cenno di saluto, con l'aria di persone la cui moderata curiosita era stata appagata. Soltanto Sennor gli tese la mano, e borbotto, ruvidamente, «Buongiorno, giovanotto,» dopo il solito, breve cenno di saluto.

Harlan osservo quella veloce sfilata con sentimenti contrastanti. Qual era stato lo scopo della colazione? Soprattutto, perche c'era stato quell'enigmatico riferimento all'uomo che incontra se stesso? Non avevano neppure accennato a Noys. Lo avevano chiamato la semplicemente per studiarlo? Per osservarlo da capo a piedi, e poi lasciarlo a Twissell?

Twissell era ritornato al tavolo, che era stato liberato dai piatti e dalle vivande. Ora il vecchio era solo con Harlan, e come se avesse voluto sancire ufficialmente questo fatto, approfitto dell'occasione per estrarre una nuova sigaretta dalla sua riserva apparentemente invisibile.